Donatori e datori
Donatori e datori
La donazione di sangue prevede che il donatore abbia uno stile di vita particolare, attento alla propria salute poiché solo da quella può derivare una discreta sicurezza per la salute del ricevente. Per giungere a questo risultato (l’Italia è uno dei Paesi in cui il rischio per i trasfusi è più basso al mondo) si è scelta la strada di optare per i donatori volontari e abituali, piuttosto che ai datori (coloro che donano dietro compenso in denaro), come avviene in altri Paesi del mondo. La figura del “datore” è stata abrogata con la legge 107/90 e sicuramente si è rivelata una scelta vincente, visti i risultati ottenuti.
Donatori occasionali e donatori periodici
I donatori, oggi, sono divisi in due categorie:
- donatori occasionali: sono coloro che si recano a donare per la prima volta, o che non donano costantemente, oppure che scelgono di cambiare centro trasfusionale ad ogni donazione.
- donatori periodici: sono coloro che donano “…per la seconda volta e successive” (D.M. 15/01/95, art. 6). Il donatore periodico a sua volta viene definito attivo se continua a donare sangue, o inattivo se non esegue almeno una donazione ogni due anni. Il donatore attivo, cioè che continua a donare presso lo stesso centro, ha diritto ad una serie di esami che viene ripetuta ogni tre donazioni (circa una volta l’anno). La scelta di diventare donatore periodico attivo è una scelta vantaggiosa per il donatore poiché il suo stato di salute può essere costantemente monitorato in quanto la legge prevede che gli esami dei donatori vengano conservati per almeno 5 anni (D.M. 15/1/91, art. 2). È chiaro che così facendo il medico può paragonare i diversi esami ottenuti e prevenire eventuali problemi che potrebbero insorgere nel donatore.