Un po' di storia
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Un po' di storia

Nella storia delle conoscenze che l'uomo ha avuto nei secoli sul sangue possiamo trovare qualche citazione che può lasciare perplessi. Non dobbiamo però dimenticare che le nuove scoperte nel campo della medicina nel giro di poche ore possono far diventare "vecchia" una procedura o una teoria da sempre utilizzata che poi, col tempo, diventa a sua volta una curiosità. Anche le tecniche di oggi tra qualche anno potrebbero sembrare inutili se non addirittura stupide tanto da far sorridere lo studente di medicina di un prossimo futuro.

Per esempio il detto popolare "bagno di sangue", che oggi sta ad indicare un grande spargimento di sangue, ha origini molto antiche e decisamente diverse: citato persino nel papiro di Ebers e nell'Odissea, indicava l'immersione di un soggetto in una vasca colma di sangue di animali appositamente uccisi con lo scopo di fortificare l'individuo. Oltre a dargli vigore si riteneva che il bagno gli facesse acquistare le caratteristiche dell'animale a cui era stato tolto il sangue; ovviamente gli animali più utilizzati per questa procedura erano animali considerati significativi, come ad esempio il toro per la forza o l'agnello per la mansuetudine.

Con questo stesso scopo, troviamo nella storia numerose altre testimonianze che raccontano come il sangue fosse anche bevuto: per trasmettere la potenza si beveva il sangue dei gladiatori uccisi nell'arena, mentre per rinvigorire i vecchi ed allungarne la vita Marsilio Ficino ancora nel 1479 suggeriva di far bere loro sangue di giovani sani e forti.

Tentativi di curare l'uomo trasfondendogli sangue animale (si può immaginare il risultato!), sono citati persino nel "Libro della saggezza" di Tanaquila (577 a.C.), nelle opere dei filosofi della Scuola Alessandrina (307-300 a.C.) e nel VII libro delle Metamorfosi di Ovidio (43 a.C. - 17 o 18 d.C.), solo per citarne alcuni.

Ma ancora nel XVII secolo per curare la pazzia rendendo il paziente più tranquillo, gli si infondeva sangue di agnello. Purtroppo tali terapie erano molto frequenti e si può ragionevolmente ritenere che fossero più i danni che i benefici. Ma si tentarono anche trasfusioni col sangue umano. Il caso più famoso è narrato da Gregorovius nella sua "Storia della città di Roma nel Medioevo" dove si cita il tentativo di trasfusione effettuato sul Papa Innocenzo VIII il quale, già in fin di vita, nel 1492 fu supportato da trasfusioni di sangue prelevato da tre ragazzini di 10 anni appositamente acquistati. Per la cronaca segnaliamo che Innocenzo VIII morì la sera stessa preceduto dai tre ragazzini mentre il medico personale del Papa se la diede a gambe e la storia racconta che non se ne seppe più nulla.

Dal medioevo fino al secolo scorso era frequentissimo il ricorso al salasso a scopo terapeutico, poiché si riteneva che la fuoriuscita di sangue avrebbe liberato gli umori negativi che avevano provocato la malattia. Alternato alle purghe, il salasso veniva effettuato senza alcun criterio e senza alcuna parvenza di igiene da barbieri e ciarlatani che utilizzavano tra l'altro strumenti empirici quali cannucce di legno, piume cave, sanguisughe.

Ancora negli anni '30 i donatori versavano il loro sangue in contenitori di vetro da cinque litri dove questo veniva miscelato con quello di altri donatori dello stesso gruppo, mentre fino agli anni '45-'50 era frequentissimo l'utilizzo della trasfusione diretta da donatore a paziente tramite apposite siringhe.

Oggi fortunatamente le nostre conoscenze sono decisamente migliori e ci sconsigliano vivamente certe procedure. Grazie poi agli studi di grandi scienziati possiamo utilizzare il sangue con una discreta sicurezza. Tra i passi più significativi nella storia del secolo attuale ricordiamo nel 1901 la scoperta dei gruppi sanguigni (A,B,0) grazie a Landsteiner (a cui fu assegnato il premio Nobel), nel 1914 l'utilizzo del citrato di sodio come anticoagulante (Hustin), nel 1940 la scoperta del fattore Rh (Landsteiner e Wiener).

Altro notevole miglioramento è stato il passaggio all'utilizzo dei flaconi in vetro individuali avvenuto negli anni 1945/49, che permetteva di ottenere sangue intero e plasma. Dal 1965 si è passati poi all'utilizzo delle sacche di plastica monouso, che hanno permesso il frazionamento del sangue nelle sue componenti e l'inizio di una trasfusione più selettiva. Dal 1967 è iniziata l'era dei "separatori cellulari" che hanno permesso di prelevare dal donatore solo gli emocomponenti necessari, permettendo trasfusioni più razionali ed efficaci.