Quali rischi
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Quali rischi

La sicurezza nella trasfusione è forse l'obiettivo più importante cui tendono tutti coloro che operano nei Servizi Trasfusionali e le associazioni dei donatori. Per ridurre al minimo la percentuale di sangue non utilizzabile per la presenza di agenti infettanti, oltre alle verifiche sul sangue raccolto, l'arma più efficace è la scelta accurata del donatore. Le associazioni si impegnano a diffondere, tra gli iscritti e la cittadinanza, la corretta informazione sui modi e sui rischi di contagio, sfatando spesso i luoghi comuni creati dai mass-media meno preparati; oggi i donatori sanno bene che non è possibile contrarre l'AIDS donando il sangue: tutte le apparecchiature necessarie per la raccolta sono sterili e monouso, quindi "a perdere"; i locali dove avviene il prelievo e le attrezzature sono accuratamente controllati sia sul piano igienico che funzionale. Le domande poste dai medici prima del prelievo sono volte a proteggere lo stato di salute del donatore e quello della collettività tutta. I risultati di questo lavoro sono chiari: in media solo 3 unità di sangue su 1.000.000 (1 su 434.000, dai dati pubblicati dalla Regione Lombardia relativi al periodo 1999 - 2002) raccolte da donatori abituali, risultano positive ai test per l'infezione da AIDS e quelle unità vengono distrutte. Più preoccupanti le statistiche sul sangue raccolto da donatori occasionali. Dati abbastanza rassicuranti se confrontati con gli episodi tristemente famosi di alcuni anni fa, quando i controlli e la gestione del sangue raccolto non erano così scrupolosi. Oggi c'è, per fortuna, un maggiore controllo del donatore, ed una maggiore sicurezza per il ricevente.